Gli "Incubi di Provincia" di Bonvi sono tornati in libreria!

        
        Rizzoli Lizard ha finalmente riportato in libreria il volume gli Incubi di provincia di Bonvi: non è una semplice ristampa per celebrare i (quasi) quarant’anni dalla pubblicazione originale
. Infatti, non è solo una riproposta delle storie di cui Francesco Guccini parlava nella sua introduzione del 1981. La struttura è rimasta quella decisa a suo tempo da Bonvi, che per dar vita a questo libro aveva deciso di riprendere –reimpaginandole e in parte ridisegnandole – le storie brevi apparse su «Off-side» e altre pubblicazioni, unite a un paio di racconti inediti. Rispetto a quella originale, però, questa edizione presenta delle preziose e rilevanti differenze.

Oltre alla nuova prefazione di Francesco Guccini, ricca di aneddoti, per quanto riguarda i fumetti prima importante novità è nella seconda storia, Un caso interessante: viene proposta, infatti, la versione disegnata dallo stesso Bonvi agli inizi degli anni Settanta, in seguito ricopiata per la versione pubblicata nel 1981 da Ghiro (pseudonimo di Roberto Ghiddi), uno dei collaboratori che lavoravano presso il suo studio. Perché Bonvi non è stato solo un geniale autore completo, ma anche un maestro che ha dato origine a una vera e propria scuola. Oltre ad aver utilizzato per primo in Italia il formato della strip quotidiana per le sue celebri Sturmtruppen, è stato anche uno dei pochissimi autori indipendenti a vendere direttamente le proprie opere a più editori, come un vero e proprio syndicate americano, pubblicando su più testate i suoi personaggi come le già citate Sturmtruppen, le Storie dello Spazio Profondo (con i testi di Guccini), Cattivik e altri personaggi che ritroviamo insieme minacciosi nella prima storia di questo volume: L’ora dello schizoide. Per far fronte a questa mole di lavoro, nacque l’esigenza di farsi affiancare da alcuni validi collaboratori.

Non a caso nell’edizione del 1981 di Incubi di provincia, Bonvi aveva già deciso di pubblicare una storia scritta da lui, ma magistralmente disegnata dal suo più celebre collaboratore: Guido Silvestri meglio noto come Silver, che nel 1973 aveva già ideato il suo Lupo Alberto, che avrebbe dovuto debuttare sul primo numero uno della rivista «Undercomics». La stessa rivista che, nel suo numero zero (unico realmente uscito), ospitò la storia di Bonvi Incubo, che ritroviamo sempre in queste pagine.

L’altra importante novità della nuova edizione sono le cinque storie che seguono Blackout (racconto che nella prima edizione chiudeva il libro), pubblicate in volume per la prima volta. Innanzitutto, quattro episodi delle Leggende urbane, le ultime storie realizzate da Bonvi nel 1995 e che in parte vennero pubblicate postume nel 1996 sul periodico «Comix», a pochi mesi dalla sua scomparsa: una serie di racconti che riprendono lo spirito dell’assurdo e del paradosso dei primi Incubi di provincia.

Nuovo è l’espediente letterario: queste leggende sono dei racconti alla soglia dell’impossibile che alcuni misteriosi uomini immettono negli acquedotti delle città in modo che i cittadini letteralmente si «bevano» queste storie assurde, per distrarli da cose più importanti. Nell’era delle bufale e delle fake news che si propagano attraverso i social network, questi racconti di oltre vent’anni fa si dimostrano profetici. La maggior parte di queste leggende nascono da articoli di giornale pubblicati realmente, articoli che Bonvi ritagliava e conservava per poi utilizzarli come spunto. Solo L’uomo nudo nasce invece da un episodio di vita vissuta, uno scherzo goliardico fatto negli anni Sessanta dai giovani Bonvi e Guccini (riconoscibili nei disegni) ai danni di un loro amico, un tale Bibì. Il barbone, personaggio ricorrente nelle Leggende urbane, lo si ritrova (nei panni del «Guardiano della città») in un’altra opera scritta da Bonvi e pubblicata solo dopo la sua morte: La città (1998), disegnata da Giorgio Cavazzano, che richiama le caratteristiche degli Incubi di provincia, e in cui apparve anche un re-make del racconto Sterminarli senza pietà (1969).

Il libro si apre con un meta-fumetto, L’ora dello schizoide, basato sul rapporto tra autore e personaggi, con un cameo finale di Magnus. Allo stesso modo, il cerchio si chiude idealmente con Il successo, che trovate nelle ultime pagine della nuova edizione: una breve storia realizzata nel 1969 per «Off-Side» e mai più ripubblicata. In quelle pagine, ispirandosi a un racconto della rivista «Creepy», Bonvi racconta i retroscena della creazione di un fumetto e nella quale, come spesso amava fare, egli stesso si ritrae, disseminando tra una vignetta e l’altra una serie di firme fantasiose.

Testo tratto dalla "Nota alla nuova edizione" scritta da Claudio Varetto per il volume.

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